Archivio mensile:novembre 2012

Petizione Elezioni: si al 06 Aprile no al 13 Aprile


Petizione Elezioni: si al 06 Aprile no al 13 Aprile

A:Primo ministro

La scelta della data del 13 aprile, per il voto in alternativa a quella

del 6 aprile può apparire casuale ma non lo è affatto: votando il 6 di

aprile, infatti, i parlamentari alla prima legislatura non rieletti non

avrebbero maturato la pensione. Votando invece come stabilito dal

Consiglio dei ministri il 13 aprile, ovvero una settimana dopo,

acquisiranno la pensione.

Firmiamo la petizione perchè questo ennesimo furto di denaro pubblico non avvenga!

I firmatari

Questa petizione si trova sul sito Petizione Pubblica che mette a diposizione un servizio pubblico di petizione online.

viaPetizione Elezioni: si al 06 Aprile no al 13 Aprile.

La Sanità


(10) Facebook.

Cambiano i Governi, ma non cambia la musica…


Svizzera, Monti: se condono limitato e giustificato da gettito

MILANO/ROMA (Reuters) – Forme di condono nel possibile accordo fiscale fra Italia e Svizzera sono possibili ma solo se limitate e giustificate dai proventi che Roma può ottenere.

viaSvizzera, Monti: se condono limitato e giustificato da gettito – Yahoo! Notizie Italia.

E le tasse continueranno a pagarle i soliti noti…

60 Euro a testa


Noi tutti dobbiamo pagare 60 € a testa perchè la Chiesa non paga l’IMU.

Ammonta infatti a 3,5 miliardi di euro la multa che la Comunità Europea ci farà pagare per l’esenzione dell’IMU agli esercizi commerciali della Chieasa Cattolica !

Senza contare i mancati introiti della stessa IMU non riscossa !!

E poi continuiamo a parlare di caste!!

PRIMARIE PD 25 Novembre 2012


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Risparmio, la beffa delle tasse I milionari pagano come i piccoli – Corriere.it


Sui depositi prelievo di 34,5 euro, come sulle mini-quote dei fondi

MILANO – Mentre si accende il dibattito sulla Tobin Tax – l’imposta sulle compravendite azionarie contenuta nella legge di stabilità -, si avvicina l’appuntamento con la «patrimonialina», il prelievo che verrà applicato sui rendiconti annuali di tutti gli investimenti. Una tassa approvata con la manovra di fine anno – di cui non si è più parlato – con un minimo che sa di beffa per i piccolissimi investitori.

La Tobin tax è solo abbozzata: uno 0,5 per mille da applicare alla compravendita di azioni e derivati, quando almeno una delle controparti sia residente in Italia. Vale un miliardo di gettito e dovrebbe inquadrarsi in un progetto di respiro europeo. C’è chi chiede di applicarla distinguendo tra investitori istituzionali e piccoli risparmiatori e chi, come Andrea Beltratti, presidente del Consiglio di gestione di IntesaSanpaolo ricorda che l’economista James Tobin concepì la tassa non per raccogliere tasse, ma per ridurre la volatilità delle transazioni. E Pier Francesco Saviotti, amministratore delegato del Banco Popolare chiosa: «Un costo aggiuntivo che non sarebbe stato opportuno, per le banche e di conseguenza per tutto il Paese».

Ma se sulla Tobin, per il momento, si discute, la «patrimonialina» arriverà inesorabile. Con le sue contraddizioni da esigenza di gettito. Vediamole.

Sei milionario ma hai parcheggiato tutti i tuoi soldi sul conto corrente? Per il 2012 pagherai al Fisco un bollo pari a 34,20 euro. Hai messo via cinquecento euro in un fondo comune obbligazionario? Pagherai sempre 34,2 euro perché il prelievo sui prodotti finanziari (pari all’1 per mille nel 2012) ha un minimo pari, appunto, a questa cifra. Anche i meno ferrati in matematica possono convenire che il peso di 34,20 euro su un milione è (quasi) invisibile a occhio nudo. Mentre, se si considerano i 500 euro investiti nel fondo, la stessa cifra “pesa” per circa il 7% del capitale.

In sostanza chi decide di non prendersi rischi e di subire l’inflazione lasciando i soldi (pochi o tanti, non importa) sul conto corrente o al Banco Posta continuerà a pagare, come è sempre stato, il bollo da 34,20 euro. Ma, in questo caso, a chi ha meno di 5 mila euro di giacenza media è stata concessa l’esenzione: niente bollo. Chi invece decide di prendersi qualche rischio, anche solo vincolando i soldi su un conto di deposito, oppure investendo in azioni, bond, fondi comuni, polizze unit linked, gestioni patrimoniali e tutto quello che si configura come investimento degno di rendiconto (fatti salvi gli strumenti meramente previdenziali) pagherà d’ora in poi una patrimoniale sul valore del suo capitale alla fine di ogni anno pari all’un per mille nel 2012 e all’1,5 per mille dal 2013 in poi.

Il guaio è che la «patrimonialina» non prevede esenzioni per gli importi bassi. Anzi. Ha quel minimo invalicabile (34,20 euro) che impone un’aliquota ben più elevata dell’1 per mille a tutti gli investimenti inferiori a 34.200 euro (nel 2012) e a 22.800 dal 2013 in poi, quando il prelievo salirà all’1,5 per mille.

«L’80% dei clienti che hanno fondi, circa 6 milioni di persone, possiede quote per meno di a 22.800 euro», dice Alberto Foà, presidente di AcomeA, sgr indipendente. Se il piccolo azionista o fondista o acquirente di Btp non si accorgerà da solo del salasso (o non verrà avvisato da qualche consulente allo sportello) nel 2012 pagherà. E poi – conclude Foà – dal 2013 potrebbe anche decidere, perché no, di rimettere i soldi sul conto corrente o sul Banco Posta. In caso di capitali molto ridotti, infatti, il prelievo così concepito può annullare e sovrastare eventuali rendimenti: a che pro investire? «Tanto vale tornare liquidi», dice Foà. E così per chi vende solo fondi e gestioni potrebbe esserci un danno da fuga, dovuto al diverso trattamento fiscale tra conti correnti e il resto.

Ma c’è di più. Potrebbe pure succedere che la tassa nel tempo non dia i risultati sperati. Se i piccoli fuggono – dicono i super critici – i grandi patrimoni potrebbero invece trovare il modo di fare manovre di arbitraggio tra conto corrente e gestioni per evitare o comunque addomesticare il prelievo. Il rischio, insomma, è che il bollo finisca un po’ come la tassa sulle barche. Con il Fisco (quasi) a bocca asciutta, i porti turistici deserti e gli yacht con bandiera tricolore ormeggiati tra la Corsica e la Croazia.

Giuditta Marvelli

viaRisparmio, la beffa delle tasse I milionari pagano come i piccoli – Corriere.it.

Metadone » Dose 31 – Articolo 19


Spinoza trionfa ai Blog Awards!

Spinoza per quando ti manca Spinoza

Dose 31 – Articolo 19

Grillo propone Di Pietro per il Quirinale. Come acquirente.

(Il più classico dei cliché: vincono uno straccio di elezione e subito ti impongono la soubrettina)

L’ex pm ringrazia Grillo: “Troppa grazia Sant’Antonio, direbbe mia sorella Concetta”. Ok, adesso rifacciamola come se fossimo in Europa.

Di Pietro rimuoverà il suo nome dal simbolo del partito. Ma soprattutto dai citofoni.

La Fiat licenzia 19 operai per reintegrare i 19 riassunti della Fiom. Serviva un giro di vite.

Quasi tutti definiscono quella della Fiat come una rappresaglia. Sì, ma di quale modello stiamo parlando?

De Benedetti: “Marchionne poteva fare come i nazisti”. Il sidecar lo comprerebbero in tanti.

Fiat dirama un comunicato contro i lavoratori Fiom, poi rettifica: “Non solo Fiom”.

In un secondo comunicato i riferimenti agli operai svaniscono nel nulla. No aspetta, è il piano industriale.

Bonanni: “Napolitano si interessi al problema della Fiat”. Li chiama così, i lavoratori.

Marchionne appare in uno spot a favore di Obama. Impallando la ripresa.

Obama usa Marchionne per uno spot. L’abbiamo capito che eravate schiavi.

Berlusconi chiede scusa agli italiani. È la sua riforma della giustizia.

Berlusconi chiede scusa agli italiani nel nuovo libro di Bruno Vespa. Quindi agli italiani sbagliati.

Nel libro di Vespa Berlusconi si scusa con gli italiani. Bel tentativo, ma non lo compro lo stesso.

(Berlusconi chiede scusa agli italiani nel nuovo libro di Vespa. Un po’ come se Hitler chiedesse scusa agli ebrei nel nuovo libro di Mengele)

L’ex premier: “La crisi ha cancellato i nostri sforzi”. Di nasconderla.

viaMetadone » Dose 31 – Articolo 19.

Firma e Fermali – IDV


ABROGHIAMO IL FINANZIAMENTO AI PARTITI

Cos’hanno fatto i partiti negli ultimi quarant’anni?

Si sono garantiti risorse economiche provenienti dalle tasche dei cittadini, ignorando la loro volontà. Dopo il referendum del 1993 (quando oltre il 90% degli italiani reclamò l’abrogazione del finanziamento pubblico) i partiti si limitarono, sfacciatamente, a modificare il nome con cui indicare questa cascata di denaro. Così si passò dal “ finanziamento pubblico” ai “rimborsi elettorali”.

Cosa vogliamo fare attraverso il referendum?

Cancellare totalmente, senza se e senza ma, ogni forma di trasferimento di soldi pubblici ai partiti.

Una firma per dare precedenza ai bisogni dei cittadini rispetto ai vizi della Casta.

ABROGAZIONE DELLA DIARIA AI PARLAMENTARI

Cosa è accaduto fino ad oggi alla Camera e al Senato?

I parlamentari italiani si sono dotati di privilegi che ne fanno tra i più pagati al mondo. Occorre un taglio netto ai loro compensi, a maggior ragione in presenza delle difficoltà economiche che stanno strangolando gli italiani. È paradossale che politici tra i meno produttivi d’Europa restino super-pagati.

Cosa vogliamo fare attraverso i referendum?

Azzerare la cosiddetta “diaria”, che di fatto rappresenta un’integrazione al compenso riconosciuto ai parlamentari: circa 3.500 euro al mese. Cancellare, inoltre, le norme che rendono l’indennità mensile esente da ogni tributo e ne impediscono il sequestro o il pignoramento.

Una firma per scardinare i privilegi della Casta parlamentare.

viaFirma e Fermali – IDV.

No a taglio stipendi parlamentari


“(ANSA) – ROMA, 20 NOV – Non passa il vaglio dell’ammissibilita’ l’emendamento al decreto sviluppo destinato a ridurre gli stipendi di deputati e senatori. In tempo di taglio dei costi della politica, la proposta avanzata dalla senatrice Pd Leana Pignedoli non e’ comunque riuscita a passare ed e’ stata cassata dalla Commissione Industria del Senato che sta valutando l’ammissibilita’ o meno dei circa 1.800 emendamenti presentati.”

Questa la notizia riportata dall’ANSA : ogni commento appare superfluo !

Fino a quando saranno solo loro a decidere sui propri introiti, non se ne farà niente e quei soldi che si potevano recuperare verranno trovati tagliando ancora le pensioni o aumentando la benzina.

Tecnici o politici ?


Tecnici o politici ?

E’ meglio che governino i tecnici o i politici.
O forse è meglio che ci sia una nuova classe politica ?
Ma quale nuova classe politica, se gli italiani si allontano sempre più dalla politica ?
Dove li andiamo a trovare ?
I pensionati che hanno tempo e, forse, esperienza sono, per alcuni, “troppo vecchi”, i giovani hanno altre preoccupazioni per la testa, gli studenti sono fin troppo giovani e non hanno esperienza e allora …… ?